Giacomo Bove, un monferrino alla scoperta del mondo

Questa è la storia di un esploratore monferrino che è diventato tale grazie alla caparbietà e all’intraprendenza… ma anche grazie al vino delle nostre colline!

Giacomo Bove nasce il 23 aprile 1852 a Maranzana, nel Monferrato astigiano.

Figlio di proprietari di vigneti e produttori di vino, terminate le scuole primarie chiede di poter continuare a studiare: sogna di frequentare l’accademia navale a Genova. I genitori vorrebbero accontentarlo, ma non sanno se la richiesta di iscrizione verrà accettata, viste le origini contadine.

L’accademia, inaspettatamente, lo accetta, a patto che la famiglia rifornisca le mense degli ufficiali con il suo buon vino per tutta la durata degli studi.

Si diploma con onore e nei tempi previsti (probabilmente con il disappunto degli ufficiali che smettono di bere bene…) e inizia il suo servizio su diverse navi. Intrepido e senza paura fa domanda fin da subito per poter partecipare a spedizioni rischiose.

Appena ventenne si imbarca come cartografo sulla nave Governolo che si spinge fino in Giappone e nel Borneo, passando anche per la Malesia, Filippine e Cina. Questo suo primo viaggio è ben documentato dal libro Un viaggiatore italiano in Giappone del prof. Puddinu, che ritrovò il giornale di bordo scritto proprio dal giovane Giacomo.

Nei periodi di vacanza torna nel suo natio Monferrato. A 24 anni è già sottotenente di vascello. L’anno successivo inizia i suoi studi sulle correnti marine e si specializza a tal punto da inventare una “scala di marea”, uno strumento utile alle misurazioni idrografiche. Grazie alle sue competenze viene scelto per partecipare alla spedizione dell’esploratore scandinavo Nordenskjold per la ricerca del passaggio di nord est, attraverso il Mar Glaciale Artico, dall’Atlantico al Pacifico. Giacomo si prepara ulteriormente, perfezionando l’inglese e il francese e imparando lo svedese!

La spedizione è un successo, addirittura Bove scopre un nuovo arcipelago che chiama Vega e la cui punta è stata poi ribattezzata Capo Bove in suo onore.

Al termine dell’impresa si gusta un meritato riposo a Maranzana e inizia a progettare una spedizione italiana delle regioni antartiche.

Il progetto è ambizioso, ma viene giudicato troppo costoso in Italia. Invece l’Argentina appoggia entusiasticamente l’idea di Giacomo. Tornato da Buenos Aires dove ha esposto a voce il progetto, riceve dal re di Danimarca l’onorificenza di “Cavaliere dell’ordine di Danebrag”, mentre Maranzana gli dona una medaglia d’oro e una pergamena per festeggiare la sua promozione a Tenente di vascello.

Riparte per l’Argentina e intraprende la sua esplorazione, al termine della quale riceve onorificenze anche da questo governo e dalla società geografica sudamericana.

Mai stanco, Giacomo parte subito per una nuova esplorazione, con la speranza di avvicinarsi il più possibile all’Antartide, finalmente patrocinata, oltre che dall’Argentina, anche dall’Italia. Partecipano con lui anche la moglie Luisa, Edmondo De Amicis e il futuro presidente argentino Sarmiento. Torna l’anno seguente con 25 casse di raccolte antropologiche, zoologiche e botaniche.

Giacomo è molto soddisfatto e sente che la possibilità di raggiungere l’Antartide è sempre più vicina, come racconta dettagliatamente in un suo libro.

Nel frattempo in Italia, come nel resto d’Europa, va aumentando l’interesse per l’Africa, così ricca di territori inesplorati. Il governo italiano gli propone di scandagliare il bacino del Congo e l’intrepido monferrino accetta l’incarico. Purtroppo, dopo dieci mesi torna in patria con gravi problemi di salute che, in meno di un anno, lo porteranno alla prematura scomparsa.

Per ricordare questo incredibile personaggio, divulgarne l’opera e conservare il materiale proveniente dalle sue esplorazioni, a Maranzana, una sua pronipote e altri volontari hanno costituito l’associazione culturale “Giacomo Bove e Maranzana”. Ha sede nell’omonimo museo che è la casa natale del grande personaggio e oggi anche municipio. Gli appassionati volontari aspettano chiunque voglia approfondire questa emozionante storia.

Per omaggiarlo in maniera tipicamente monferrina, la cantina di Maranzana produce il vino rosso Vega: ottenuto da uve Merlot 70% e Dolcetto 30%, un vino dal carattere versatile, morbido e profumato. L’etichetta è un tributo alle missioni esplorative, con richiami ai calcoli, agli strumenti e alle cartografie.

Fonti:
associazione Giacomo Bove e Maranzana
www.giacomobove.it
Per visite al museo info@giacomobove.it
349 5267294
339 1564414
Via Giacomo Bove 36 14040 Maranzana (At)

Cantina Maranzana s.c.a.
Via San Giovanni 20 14040 Maranzana (At)
www.cantinamaranzana.it
info@lamaranzana.it

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.

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