Il Monferrato patrimonio dell’umanità

1. Sacri monti e paesaggi vitivinicoli

Il connubio tra il Monferrato e l’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) ha inizio nel 2003.

Durante la 27^ sessione del World Heritage Committee, tenutasi a Parigi, in Francia, dal 30 giugno al 5 luglio del 2003, i “Sacri Monti del Piemonte e Lombardia” vengono inseriti nella prestigiosa  “World Heritage List”, ovvero la lista dei Patrimoni dell’Umanità.

Insieme a quello di Serralunga di Crea, in provincia di Alessandria, vengono contemplati anche quelli di Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta San Giulio, Valperga Canavese e Varallo Sesia in Piemonte e Ossuccio e Varese in Lombardia.

Motivazioni:
Criterio (II): l’impianto dell’architettura e dell’arte sacra in un paesaggio naturale per scopi didattici e spirituali raggiunse la sua espressione più eccezionale nei Sacri Monti dell’Italia settentrionale e ebbe una profonda influenza sui successivi sviluppi in atre zone d’ Europa.

Criterio (IV): I Sacri Monti dell’Italia settentrionale rappresentano il successo dell’integrazione tra architettura e belle arti in un paesaggio di grande fascino per ragioni spirituali in un periodo critico nella storia della Chiesa cattolica romana.

1a. Sacro Monte di Serralunga di Crea

L’origine di Crea, secondo la tradizione, si deve a Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli: fu in questo luogo, infatti, che verso il 350 d.C. portò la statua lignea della Madonna col Bambino e fece edificare un primo oratorio.

foto by Marco Sala Wikipedia

La decisione di realizzare il Sacro Monte, invece, risale al 1589. Fu il priore lateranense della chiesa della Madonna Assunta di Crea, Costantino Massino, ad avere l’idea di realizzare un itinerario religioso in immagini per favorire la preghiera, la meditazione e rinnovare la devozione mariana del luogo. Il forte legame fra il santuario e la dinastia regnante nel Monferrato ha visto partecipi all’impresa il duca, la nobiltà locale, l’alto clero e le comunità vicine. Al progetto hanno lavorato importanti artisti tra i quali Moncalvo, i Prestinari e i de Wespin, autori dello spettacolare complesso scultoreo della cappella del Paradiso dell’inizio del XVII secolo. 

Dopo le prime 15 cappelle dedicate ai Misteri del Rosario, ne vennero edificate altre 8 dedicate al martirio di San Eusebio ed alla vita e Gloria di Maria. Nei 5 romitori, invece, sono rappresentate figure di Santi e momenti mistici quali: San Luca – San Francesco – San Rocco – Madonna Addolorata – Sepolcreto dei Frati.

Con un percorso di circa 3,5 km, partendo sopra l’abitato di Forneglio dove sorge la prima cappella dedicata a Sant’Eusebio, si giunge fino al punto culminante, oltre 400 metri d’altitudine, dove sorge la Cappella del Paradiso, all’interno del suggestivo Parco Naturale.

Contatti:
Ente di Gestione dei Sacri Monti – Riserva speciale del Sacro Monte di Crea
Cascina Valperone 1 – Ponzano Monferrato AL
www.sacri-monti.com

Undici anni dopo, nel 2014, dopo un lungo lavoro preparatorio, arriva il secondo riconoscimento. 

2. Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato

Durante la 38^ sessione del World Heritage Committee, tenutasi a Doha, in Qatar, dal 15 al 25 giugno del 2014, anche i “Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe Roero e Monferrato” vengono inseriti nella “World Heritage List”. Si tratta del primo riconoscimento specifico di paesaggi vitivinicoli in Italia da parte dell’Unesco e precede addirittura di un anno i celebri riconoscimenti francesi “Champagne Hillsides, Houses and Cellars” e “The Climats, terroirs of Burgundy”

Il sito contempla cinque aree vitivinicole e un castello: La Langa del Barolo, le colline del Barbaresco e il Castello di Grinzane Cavour nelle Langhe, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante e il Monferrato degli Infernot nel Monferrato.

Motivazioni:
Criterio (III): I paesaggi culturali dei vigneti piemontesi forniscono un’eccezionale testimonianza vivente delle tradizioni vitivinicole e vinicole che derivano da una lunga storia e che sono state continuamente migliorate e adattate fino ai giorni nostri. Testimoniano un regno sociale, rurale e urbano estremamente completo e strutture economiche sostenibili. Includono una moltitudine di elementi costruiti armoniosi che testimoniano la sua storia e le sue pratiche professionali.

Criterio (V): I vigneti di Langhe-Roero e Monferrato costituiscono un eccezionale esempio di interazione dell’uomo con il suo ambiente naturale. A seguito di una lunga e lenta evoluzione delle competenze vitivinicole, è stato realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni a terreni con specifiche componenti pedoclimatiche, che di per sé è legato alla competenza enologica, diventando così un punto di riferimento internazionale. Il paesaggio vitivinicolo esprime anche grandi qualità estetiche, rendendolo un archetipo dei vigneti europei.

Le tre Componenti del Monferrato

2a. Nizza Monferrato e il Barbera

All’interno della “core zone” di questa componente rientrano porzioni dei comuni di Montegrosso, Mombercelli, Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Vinchio, Vaglio Serra e Nizza Monferrato.

L’area, situata nella Provincia di Asti, è stata selezionata all’interno del territorio del vitigno Barbera, varietà coltivata da oltre 500 anni nel territorio piemontese. In questo contesto si inserisce la città di Nizza Monferrato considerata la capitale del Barbera dal punto di vista commerciale e promozionale, da sempre fondamentale anche grazie alla sua posizione strategica rispetto alle provincie di Asti e Alessandria.

All’interno del distretto sono presenti numerose testimonianze legate alla cultura contadina e del vino. Il Museo delle Contadinerie e delle Stampe Antiche Bersano è uno di questi luoghi, voluto da Arturo Bersano, a partire dal 1950, per raccogliere le testimonianze più sofferte ed allo stesso tempo gioiose della cultura enoico-contadina. Ancora oggi riconosciuto come museo del “saper fare”, con la sua collezione di attrezzi da lavoro in vigna, racconta una storia che parla di evoluzione di tecniche e di saperi nella produzione del vino.

La componente “Nizza Monferrato e il Barbera” conta 880 ha di vigneti coltivati prevalentemente a Barbera, 229 aziende vitivinicole specializzate nella produzione del vino Barbera D.O.C.G., una cantina cooperativa (Vinchio e Vaglio Serra) ed infine l’Enoteca Regionale di Nizza.

2b. Canelli e l’Asti spumante

L’eccellenza del vino Asti Spumante viene rappresentata a pieno da questa componente. Si tratta di un territorio che rende inconfondibile il paesaggio che lo circonda, grazie alle distese di vigneti curati e plasmati nel corso degli anni dal lavoro dei contadini.

La città di Canelli viene presa come pietra miliare di questa componente per il fondamentale ruolo giocato nell’evoluzione dell’Asti Spumante. Di impianto medioevale, si compone di una porzione detta Villanova, sorta intorno all’antica struttura fortificata, e del borgo, formatosi per stratificazioni successive attorno all’antico castello medioevale.

Le architetture dell’area di Canelli sono una testimonianza della capacità di adeguare i luoghi alle trasformazioni ed alle esigenze del ciclo produttivo vitivinicolo: all’interno di spazi chiamati volgarmente “Cattedrali Sotterranee”, si avviarono le prime spumantiere del comprensorio. Si tratta di ampi spazi sotterranei, caratterizzati da ambienti voltati con mattoni faccia vista, che devono la loro forma e distribuzione degli spazi ai procedimenti di lavorazione del vino spumante.

All’interno del sito “Canelli e l’Asti Spumante” si inserisce un altro piccolo borgo che rappresenta un esempio singolare di architettura vernacolare strettamente legata alla cultura vitivinicola. Si tratta del piccolo borgo di Calosso, paese d’altura che saputo conservare inalterato il suo impianto medioevale, e dei suoi particolari crutin, cantine scavate nel tufo e voltate in mattoni, usate sia per la conservazione domestica delle bottiglie e delle derrate alimentari sia come cisterne o ghiacciaie.

La componente “Canelli e l’Asti Spumante” conta 1236 ha di vigneti coltivati prevalentemente a Moscato Bianco e 238 aziende vitivinicole specializzate nella produzione di spumante, l’Enoteca Regionale di Canelli e dell’Astesana e la cantina comunale di Calosso.

2c. Il Monferrato degli Infernot

L’area in questione comprende otto centri urbani d’altura caratteristici per l’uso diffuso della “Pietra da Cantoni”, un’arenaria presente unicamente in questa porzione di territorio, nel bacino collinare di Langhe – Roero e Monferrato.

Gli Infernot, scavati a mano al di sotto delle comuni abitazioni e utilizzati principalmente per la conservazione delle bottiglie di vino, costituiscono delle vere opere d’arte nate dalla tradizione contadina e dalla perizia di mastri cantonieri, divenendo così la testimonianza di quel “saper fare” di una tradizione passata tramandata attraverso questi manufatti sino ai giorni nostri.

L’area in questione, la cui “core zone” comprende i territori comunali di Camagna Monferrato, Cella Monte, Frassinello Monferrato, Olivola, Ottiglio, Ozzano Monferrato, Sala Monferrato, Vignale Monferrato comprende al suo interno anche l’ecomuseo dedicato alla lavorazione della “Pietra da Cantoni” e le due maggiori cave, oramai inattive da diversi anni, da cui si estraeva in origine il materiale di partenza.

La componente “Il Monferrato degli Infernot” conta 104 aziende vitivinicole e l’Enoteca del Monferrato a Casale Monferrato.

Contatti:
Associazione per il patrimonio dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato
Piazza Alfieri 30 (Palazzo della Prefettura) – Asti AT
www.paesaggivitivinicoliunesco.it

Contenuti ed elaborazione grafica a cura di Fabio Menino

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.