Un eretico in Monferrato

Verso la metà dell’Ottocento il Monferrato fu attraversato da una storia singolare, passata alle cronache come un caso di eresia!
Il protagonista fu un giovane sacerdote della diocesi di Novara: Antonio Grignaschi, il quale, dicono le fonti, fu particolarmente attraente e dotato di singolare bellezza e fascino.

Nel 1843 il Grignaschi si prese la briga di denunciare al Santo Uffizio Romano episodi singolari che avvenivano proprio nella diocesi di Novara, nella quale, secondo la testimonianza del presbitero, esistevano adunanze segrete e obbligatorie al punto che l’assenza poteva essere punita con la morte.
Tommaso Chiuso, ne “La Chiesa in Piemonte dal 1797 ai giorni nostri”, racconta come al ritorno di Grignaschi da Roma, egli iniziò subito a professarsi come reincarnazione di Cristo e nuovo Messia. Appena il vescovo di Novara apprese la notizia sospese il giovane sacerdote.

A questo punto il “nuovo Messia” decise di non nascondere più la propria attività e di pellegrinare per il Piemonte al fine di trovare nuovi adepti. Quindi discese dalla diocesi di Novara verso il Monferrato predicando un nuovo messaggio salvifico.
Arrivato a Casale Monferrato non ebbe uno straordinario impatto e quindi decise di scendere ancora, verso la diocesi di Asti in particolare in un borgo del Monferrato: Viarigi.
Tutto il paese andò in subbuglio all’arrivo del Grignaschi, il quale riscosse un successo straordinario. Infatti, la popolazione viarigina si fece persuadere dal messaggio singolare del prete novarese, ricco di presunti miracoli, guarigioni e letture nel pensiero oltre che scandali morali. Egli era sempre accompagnato da una donna bellissima chiamata “la rossa”, che veniva presentata come la nuova Vergine Maria.
La situazione divenne poco gestibile a tal punto che le autorità ecclesiastiche della zona dovettero intervenire in maniera tenace. Furono proprio i vescovi delle diocesi adiacenti, ovvero quella di Casale Monferrato, nella persona di Luigi Nazzari di Calabiana, e quella di Asti, in quella di monsignor Artico, a occuparsi del caso. Grignaschi fu denunciato alla Corte di Appello di Casale Monferrato e accusato di diversi capi di accusa; tra essi figurarono lo sfregio alla religione dello Stato, il pubblico scandalo, la truffa e il reato di falso nome e falsa qualità. Inizialmente assolto, venne rinchiuso nella prigione del Castello di Ivrea solo nel 1851.

abiura di Grignaschi dal sito www.archivio.astigiani.it
abiura di Grignaschi dal sito www.archivio.astigiani.it

La popolazione di Viarigi fu talmente coinvolta nella vicenda che i vescovi Calabiana e Artico ebbero notevoli difficoltà a riportare all’ordine gli abitanti del piccolo paese astigiano, in quanto essi risultarono “magnetizzati” dal messaggio di Grignaschi; non a caso ancora oggi gli abitanti di Viarigi vengono chiamati “i magnetizzati”.

Una volta in carcere Grignaschi strinse un legame significativo con Don Giovanni Bosco, figura molto nota nel panorama clericale dell’epoca, il quale spesso andò a trovare il giovane sacerdote novarese che scontava la sua condanna.

Questa vicenda racconta come a volte storie simili possono, nella mentalità collettiva, essere collocate lontano nel tempo, ma invece sono più vicine di quanto si possa pensare. Il caso Grignaschi oltre a favorire numerosi spunti di ricerca a livello accademico, ha ispirato la stesura del romanzo Il Messia è stanco di Lorenzo Mondo edito da Garzanti.

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.

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