Acqui Terme LaBollente

I mille volti di Acqui Terme

Avete mai sentito parlare di Brentau o di Sgaientò?
No? Allora è il momento di fare una gita ad Acqui Terme per scoprire l’origine di queste parole.

Quando ancora non esistevano gli impianti di riscaldamento centralizzato, gli acquesi avevano comunque la fortuna di poter usare l’acqua calda direttamente nelle loro case grazie al lavoro dei Brentau; gli “artigiani dell’acqua calda”, coloro che portavano l’acqua della “Bollente”, trasportandola nelle brenta, contenitori da 50 litri in lamiera zincata.

Acqui Terme LaBollente

Invece Sgaientò significa “scottato” ed è il termine con cui ci si riferisce ad un acquese doc, autentico. Infatti, secondo la leggenda, qui ad Acqui, i bambini appena nati venivano condotti alla “Bollente” e immersi velocemente: se sopravvivevano, meritavano l’appellativo! Più probabile, vista la temperatura elevata, che i neonati venissero lavati con l’acqua della Bollente lasciata raffreddare, una sorta di rito, come un battesimo pagano.

Ma vi chiederete… cos’è questa Bollente?
È il fulcro di questa città monferrina!

Una sorgente naturale di acqua salso-bromo-iodica che sgorga ad una temperatura di 74,5 C° con una portata di 560 litri d’acqua al minuto! Nel 1870, per sottolineare l’importanza della fonte fu eretta un’edicola a forma di tempietto greco, a opera dell’ing. Ceruti.

Già Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, parlava della città monferrina come città “fondata dalle acque” e la annoverava tra le più importanti località termali del mondo romano.

I primi insediamenti risalgono al neolitico, ma la storia avvincente inizia proprio in epoca romana: il nome Acqui Terme richiama quello latino di Aquae Statiellae perchè nell’età del bronzo l’area era abitata da tribù liguri, appunto gli Statielli.

Essi furono attaccati e sconfitti a tradimento dai romani nel 173 a.C. e, contravvenendo al diritto di guerra romano, il console marco Popilio Lenate ridusse la popolazione in schiavitù. Un anno dopo, il senato romano si pronunciò in favore  della popolazione sottomessa e ne ordinò la liberazione e il risarcimento; per questo anche il nome del nuovo centro urbano mantenne questa denominazione.

Tra le vie del centro di Acqui Terme sono stati numerosissimi i ritrovamenti di epoca romana.

Nella piccola via Scatilazzi si possono ammirare i resti dell’antico teatro romano, di epoca imperiale, che sfruttava il naturale pendio del colle per la cavea.

Passando poi sotto la torre civica “senza fondamenta” (ma tranquilli, si appoggia alle case circostanti!) si raggiunge piazza san Francesco e la piazzetta Abramo Levi; da lì all’angolo tra corso Roma e la Torretta, troviamo i resti di una fontana romana alimentata da una tubatura in piombo. Risalendo corso Roma, su via Cassino troviamo i resti di un impianto artigianale romano per la produzione della ceramica. Invece in corso Bagni, sotto i portici possiamo visitare la piscina romana, presumibilmente una piccola parte di un grande complesso termale. Uscendo dal centro e raggiungendo ponte Carlo Alberto possiamo ammirare gli imponenti resti dell’acquedotto romano di epoca augustea. C’è anche un bel percorso pedonale e ciclabile lungo il greto del fiume Bormida.

Tutti i reperti venuti alla luce nel corso degli scavi sono conservati all’interno del castello dei Paleologi, un’antica fortezza medievale sulla collina che domina la città. Qui è ospitato il museo archeologico e, all’interno delle mura, anche l’oasi verde Birdgarden.

Da non perdere anche la cattedrale di Santa Maria Assunta, splendido esempio di chiesa romanica del X secolo consacrata da san Guido, protettore della città. Nella sala del Capitolo si trova il capolavoro del pittore spagnolo Bartolomeo Bermejo: il Trittico della Madonna di Montserrat.

Quando sarete stanchi di camminare, come gli antichi romani, concedetevi il benessere offerto dalle acque termali, ricche di proprietà terapeutiche, scegliendo tra gli stabilimenti principali che offrono reparti curativi, anche pediatrici (le Nuove Terme e il Regina) o le molteplici spa per percorsi rilassanti (Lago delle sorgenti, Beauty Farm Grand Hotel Terme…).

Non ripartite prima di aver visitato i negozi artigianali in cui trovare i deliziosi prodotti tipici, come il rinomato salume “filetto baciato”, gli acquesi al rhum, il vino Brachetto; o almeno esservi fatti  sorprendere dalla pregiata ristorazione della tradizione di questo gioiello del Monferrato.

Per approfondimenti e informazioni visitate il sito www.turismo.comuneacqui.it

 www.alexala.it 

iat@acquiterme.it
https://www.facebook.com/visitacquiterme

IAT – Informazione ed Accoglienza Turistica
Tourist Information Centre
palazzo Robellini – piazza Levi, 7
15011 Acqui Terme (AL)
Tel. +39 0144 322142 / fax. 0144 770288


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Orario d’apertura annuale
da martedì a venerdì 9.00-13.00 e 15.00-18.00
sabato 9.00-13.00 e 15.00-18.30
domenica 9.00-13.30

Crediti foto comune di Acqui Terme

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.

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