MUSEO CRISTOFORO COLOMBO DI LU E CUCCARO MONFERRATO

Cristoforo Colombo e i Colombo di Cuccaro

Sembra che anche il mitico 12 ottobre 1492 sia stato asfaltato dalla cancel culture: fu «scoperta l’America» secondo la visione europea (Columbus Day negli States e Discovery Day alle Bahamas), che in questo modo toglie intrinsecamente dignità all’esistenza di popolazioni indigene antiche che abitavano quelle terre prima che le tre caravelle arrivassero a San Salvador.

Peggio si è fatto. Perché la prevalenza del cretino nella nostra storia più recente è disarmante. Nell’epoca dei social network, Cristoforo Colombo è rappresentato come il vero protagonista dell’eccidio di Wounded Knee, 28 dicembre 1890, passato alla storia grazie a canzoni, libri e film. Inutile parlare di secoli diversi o approfondire il personaggio. L’anno scorso abbiamo visto almeno trenta statue dell’Ammiraglio abbattute nei soli States.

Tutto è messo in un gran pentolone e lo strafalcione interpretativo ci pare ovvio. Come dire che Johannes Gutenberg, il tipografo tedesco al quale si deve l’invenzione della stampa moderna, è da cancellare dalla storia dell’umanità perché la sua invenzione ha permesso, nel 1925, la pubblicazione su larga scala dell’opera Mein Kampf del cattivo Adolf Hitler.

Addio Storia! Eppure ci sarebbe tanto da scrivere, da interpretare, da riscrivere, sulla data del 12 ottobre 1492.

Di fronte alle coste di una piccola isola delle Antille Maggiori, 529 anni fa, tre caravelle al comando di Colombo fecero la loro eccezionale comparsa, straordinaria, almeno, per gli abitanti del luogo e soprattutto per la storia che ne seguì, dagli sviluppi epocali.

Oggi, tuttavia, pare impossibile approfondire il personaggio di Colombo, che potremmo anche studiare come l’ultimo dei Templari, riflettendo sui molti “segreti” di una vita eccezionale.

Chi scrive ha lavorato per decenni sulle origini di Colombo, collezionando, da bibliofilo, le opere sulle sue origini, in particolare quelle di Gian Francesco Galeani Napione e Francesco Cancellieri. Il primo fu il protagonista del risveglio degli studi storici nel Piemonte di fine Settecento e fu il maestro di un’intera generazione di studiosi. Il secondo fu giudicato da Giulio Perticari, il polemico genero di Vincenzo Monti, come il «principe dei viventi eruditi nelle cose italiane».

LO STORICO SCOZZESE WILLIAM ROBERTSON

Non era genovese. Era di Cuccaro? Già lo storico scozzese William Robertson, nella History of America, metteva in dubbio l’origine genovese: «Non si sa con certezza né il tempo né il luogo della sua nascita»… E suggeriva un’origine nobile di Cristoforo Colombo, smontando la tesi genovese di «un figlio d’un cardatore di lana». Robertson appartiene a un orizzonte della ricerca e della narrazione storica modernamente e compiutamente intesi.

Un orizzonte nel quale filologia e critica delle fonti stanno a fondamento della storia e costituiscono il vincolo interiore di questa disciplina nel momento in cui viene costituendosi quale sapere autonomamente configurato. Robertson è il primo grande storico a fare ricerche su Colombo, perché la scoperta dell’America è il frutto di «the ardent enthusiasm of a projector».

Per questi motivi, noi, storici, vogliamo sapere l’origine di Colombo. Tuttora non esiste una fonte primaria sulla sua nascita. Colombo, però, lasciò un testamento. Questo ci porta ai Colombo di Cuccaro! La causa per l’eredità immensa dell’Ammiraglio del Mare Oceano iniziò subito dopo la sua morte, nel 1506, e terminò all’inizio del Seicento, scomodando El Real y Supremo Consejo de Indias.

Ai “responsabili” e “pedanti” studiosi di Colombo è nota la maldestra pretesa di un falso discendente, coperta con stupefacente improntitudine dalla stessa Repubblica di Genova, ma condannata all’insuccesso con l’estromissione ignominiosa dalla causa del goffo pretendente.

Una verità giuridica: l’agnazione tra i Colombo di Cuccaro e i Colón iberici.

La causa fu dibattuta all’epoca in cui Cuccaro e il Monferrato erano domini dei Gonzaga di Mantova, signori lombardi, lontani dal Piemonte. È chiaro che fu “politica” la ragione della conclusione della controversia nel 1608, perché certamente il Re di Spagna non poteva permettere che uscisse da una cerchia comunque non estranea il dominio del Ducato di Veragua (l’attuale Panama), della Giamaica e di altri territori, per essere trasferiti a un vassallo del Ducato di Monferrato e di Mantova, ma Baldassare Colombo di Cuccaro non avrebbe potuto, come in realtà non fu, essere pretermesso. 

Chi era Colombo? Insisto su questo punto. Aveva davvero creduto di trovare la Cina? O l’India? In un’epoca di cieco assolutismo, non era, questo proprio non lo era Colombo, un terrapiattista! Era uno degli uomini più colti della sua epoca. Tra i più coraggiosi.

MUSEO CRISTOFORO COLOMBO-DI-LU E CUCCARO MONFERRATO

È un bene che un museo a lui dedicato sia sorto a Cuccaro Monferrato (comune recentemente unito a Lu), all’inizio del nuovo millennio, per volontà di numerosi studiosi raccolti nel CE.S.CO.M., tra cui il sottoscritto.

Oggi, però, il museo è chiuso. Auspichiamo una lesta nuova apertura con grande forza. All’ingresso appare un’iscrizione dello storico spagnolo Antonio de Herrera y Tordesillas, tratta dall’Historia de Portugal (1591): «Cristoforo Colombo, che chiamiamo Colon, nativo del castello di Cuccaro, nello stato del Monferrato in Lombardia, e non genovese come volgarmente si dice».

FRASE DELLO STORICO ANTONIO DE HERRERA

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.

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