Napoleone era atteso a Casale Monferrato il 6 luglio 1805.
Stava tornando da Milano e, prima di rientrare a Parigi, aveva voluto deviare il percorso originario per fermarsi due giorni nella città monferrina. Aveva un preciso obiettivo e l’appuntamento con la cittadinanza non era per nulla casuale: riceverne i ringraziamenti ed essere festeggiato in grande stile.
Ma perché Casale, nota per il carattere anarchico dei suoi cittadini, avrebbe dovuto inchinarsi all’Imperatore?
Presto detto. Alcuni anni prima aveva ricevuto notizie decisamente erronee sulla città, che veniva descritta da alcuni suoi funzionari, come un grosso borgo sgraziato e fatiscente. E su queste basi la città era stata privata di realtà importanti come il Tribunale e la sede del Vescovado, unitamente a molte altre. Ma, forse, Napoleone, non era pienamente convinto delle decisioni prese e, in seconda battuta, stavolta, aveva inviato in città un fedelissimo, il ministro Champigny. Quest’ultimo ovviamente aveva riferito al suo Imperatore di una città bellissima, elegante, caratterizzata da splendidi palazzi. Napoleone, dunque, aveva restituito a Casale il tribunale, il Liceo, la sede del Vescovado, la camera di commercio.
Non è dunque necessario sottolineare quanto i casalesi fossero entusiasti dell’arrivo di Napoleone, che aveva ridato alla città l’importanza che meritava e, cosa non trascurabile, un certo benessere economico. Il giorno del suo arrivo il Sindaco, Giorgio Rivetta, e tutti i funzionari cittadini lo attendevano trepidanti, fuori Porta Marengo.
L’imperatore e l’imperatrice Giuseppina, giunsero su una carrozza trainata da sei cavalli! Dopo aver ricevuto le chiavi della città, proseguirono dunque attraversando via Marengo (l’attuale via Roma) e rue de la Mairie (ora via Lanza), fino a raggiungere Palazzo Gozzani.
Qui venne servito un pranzo che le cronache dell’epoca non esitano a definire memorabile. Le loro Maestà decisero, subito dopo, di concedersi un riposino in una sala del palazzo adeguatamente allestita per l’occasione. Proseguirono poi, nel pomeriggio, il loro trionfale tour cittadino tra ali di folla. Avrebbero dovuto fermarsi in città anche per la notte, ma giunsero, improvvisamente, dei messaggi urgenti che spinsero Napoleone e la moglie a partire immediatamente per Torino. Immaginate la delusione dei Casalesi.
Quindi il lettone custodito a Casale Monferrato e in via di restauro, in cui si dice che l’Imperatore dormì, a quanto pare, lo ospitò solamente per un veloce sonnellino, in compagnia della moglie. A vedere oggi il famoso letto, vien da pensare che non fosse poi così comodo e che, all’idea di dormirvi per una notte intera, abbia trovato velocemente una scusa per partire già in serata.
Ma comunque, viva Napoleone!
E, soprattutto, viva Champigny!!
Crediti immagini:©dipressionist/123RF.COM e comune di Casale Monferrato