Vigna Ruchè

Ruchè di Castagnole Monferrato; la forza della più piccola DOCG del territorio

Riconosciuto come DOC nel 1987 e come DOCG nel 2010, nel corso degli anni il Ruchè di Castagnole Monferrato si è trasformato da romantica riscoperta a certezza consolidata nel panorama vinicolo italiano. Lo scorso anno, con l’introduzione della tipologia Riserva che prevede un affinamento di 24 mesi prima della commercializzazione, la denominazione ha compiuto un ulteriore passo in avanti verso la sua più completa identità.

Il Ruchè di Castagnole Monferrato, però, oltre ad essere un ottimo vino, sempre più apprezzato, che rappresenta la più piccola Docg del Monferrato, è anche testimone di quel concetto di spirito di squadra che, spesso e volentieri, può portare a grandi risultati, in primis a rivalutare e valorizzare una preciso ambito territoriale. L’intraprendenza e la coesione di un ristretto numero di produttori dislocati in soli sette comuni, infatti, ha consentito alla denominazione di passare alle 420 mila bottiglie del 2010 alle 996 mila del 2019, nonché a una diffusione all’estero che si è ormai consolidata negli gli Usa, nel Sud-Est Asiatico e nel Nord Europa.

A coronamento di questo spirito di squadra, pur rimanendo sotto il prestigioso cappello del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, nel 2015 viene costituita l’Associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato, che oggi conta 21 produttori associati, con lo scopo, oltre che della gestione del disciplinare, della valorizzazione e promozione del Ruchè legandola fortemente al suo territorio.

Origini e cenni storici del vitigno

L’origine del Ruchè e del suo nome restano avvolte dal mistero. Alcuni ipotizzano un’origine del nome dovuta alla vicinanza dei vigneti a un convento benedettino dedicato a San Rocco, oggi scomparso, che si doveva trovare nei pressi di Portacomaro o Castagnole Monferrato. Altri, invece, sostengono che il nome possa derivare dall’erto arroccamento delle vigne, da cui un’ipotetica radice verbale del nome. O ancora che il vitigno fosse stato importato durante il XII secolo da monaci cistercensi provenienti dalla Borgogna, ma questa tesi è smentita da uno studio del 2016 sul DNA del Ruchè che lo apparenta strettamente a due vitigni tipici del nord Italia, la Croatina e la Malvasia aromatica di Parma, oggi estinta. (Ruffa, Raimondi, Boccacci, Abbà, Schneider 2016).

Invece la storia recente del Ruchè è ben documentata: se il Ruchè, da sempre conosciuto e coltivato nell’area intorno a Castagnole Monferrato, era considerato fino all’inizio degli anni settanta del XX secolo un vitigno secondario, adatto a produrre uva da tavola o vini da taglio, il parroco di Castagnole, don Giacomo Cauda, vide in quel vitigno e in quel vino un potenziale inespresso e recuperò una vigna appartenente alla Parrocchia, coltivandola sottraendo tempo alla sua attività di pastore di anime, passando anche per illuso, sognatore e un po’ matto. Il tempo gli diede ragione, e con il sostegno del sindaco Lidia Bianco e della maestra Romana Valenzano, il Ruchè ottenne la Denominazione di Origine Controllata nel 1987 e raggiunse il traguardo della Docg nel 2010: le pietre miliari della storia, ancora tutta da scrivere, del Ruchè, sono queste.

Il Ruchè ha permesso di far conoscere nel mondo questa zona del Monferrato ed è diventato la spina dorsale dell’economia locale.

Il disciplinare di produzione

Base ampelografica: Ruchè: minimo 90%; Barbera e Brachetto da soli o congiuntamente: massimo 10%.

Zona di produzione delle uve: l’intero territorio dei comuni in provincia di Asti: Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi.

Norme per la viticoltura: terreni: i terreni argillosi, limosi, sabbiosi e calcarei, nelle loro combinazioni; giacitura: esclusivamente collinare. Sono esclusi i terreni di fondovalle, quelli umidi e quelli non sufficientemente soleggiati; altitudine: non inferiore a metri 120 s.l.m. e non superiore a metri 400 s.l.m.; Le rese massime di uva ad ettaro: 9 t/ha.

Norme per la vinificazione: Le operazioni di vinificazione del vino a DOCG “Ruchèdi Castagnole Monferrato” devono essere effettuate nell’ambito del territorio della provincia di Asti. La resa massima dell’uva in vino finito non dovràessere superiore al 70% e a litri 6300 per ettaro.

Produttori

Bersano Vini (Nizza Monferrato AT) – Bosco Tommaso (Castagnole Monferrato AT) – Caldera Fabrizia Vini (Portacomaro Stazione AT) – Cantina Sociale di Castagnole Monferrato (Castagnole Monferrato AT) – Cantine Bava (Cocconato AT) – Cantine Sant’Agata (Scurzolengo AT) – Cascina Terra Felice (Castagnole Monferrato AT) – Ferraris Agricola (Castagnole Monferrato AT) – Garrone Evasio & Figlio (Grana AT) – Gatto Pierfrancesco (Castagnole Monferrato AT) – Goggiano & C. (Refrancore AT) – La Cascinetta (Viarigi AT) – La Miraja (Castagnole Monferrato AT) – Marengo Massimo (Castagnole Monferrato AT) – Poggio Ridente (Cocconato AT) – Prediomagno (Grana AT) – La Fiammenga (Penango AT) – Montalbera (Castagnole Monferrato AT) – Tenuta Montemagno (Montemagno AT) – Amelio Livio (Grana AT) – Tenuta dei Re (Castagnole Monferrato AT)

Riferimenti
www.ilruche.it
www.viniastimonferrato.it

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.

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