Novi Ligure Alto Monferrato
Novi Ligure

Un gioiello chiamato Novi Ligure: Monferrato sì, ma non come te lo immagini

Famosa per le biciclette e per il cioccolato, incastonata tra alcuni dei paesaggi collinari più belli dell’Alto Monferrato, Novi Ligure è una città in cui il passato oggi è tangibile soprattutto grazie ai caratteristici palazzi del centro.

Nata probabilmente sotto il nome di Curtis Nova, radunò principalmente gli abitanti in arrivo dalla vicina Libarna, che alla fine dell’Impero Romano d’Occidente era in pieno decadimento. La sua storia da quel momento si articolò in un complicato groviglio di vicende, che la videro protagonista di sanguinose battaglie, ma anche di floridi commerci che l’arricchirono enormemente, tanto che qui visse quello che fu, a suo tempo, l’uomo più ricco d’Italia.

Tra i simboli di Novi Ligure vi è sicuramente la torre del Castello, che svetta sulla città dal suo punto più alto. Le prime notizie certe di questa fortificazione si collocano nel 1153, grazie a un documento che ne fa menzione. La struttura andò a implementarsi con gli anni, con tanto di solide mura e un fossato. Nel 1447, poi, si decise di realizzare un’ulteriore cinta muraria, ma che comprendesse anche la città, con 20 torri a pianta circolare.

Purtroppo, del castello rimangono solo alcune parti: durante la guerra di successione austriaca (1740-1748), infatti, venne abbandonato e nel 1776 fu demolito, risparmiando dei tratti di mura e di sotterranei, ma anche la torre, ancora ben conservata.

Poco dopo a Novi si consumò una battaglia sanguinosissima, in cui il bilancio delle vittime fu di 18.000 persone. Era il giorno di Ferragosto del 1799 e in città gli Austrorussi ebbero la meglio, anche se a caro prezzo, sui Francesi, sotto Napoleone Bonaparte.

Ma la storia della città non è solo guerre e combattimenti, bensì anche arte e bellezza, come dimostrano le sue vie storiche, con i palazzi i cui esterni sono affrescati in tipico stile ligure, visto che Novi fu per lungo tempo parte della Repubblica di Genova.

Anche per questo motivo, tra le tante specialità gastronomiche che può vantare, vi è sicuramente la farinata, preparata con olio e farina di ceci. Un’antica ricetta di queste zone, da gustare nelle storiche osterie, come nel caso del Banco, che, oltre ad offrire una farinata a regola d’arte, ha anche tante proposte legate proprio all’essere in una terra di confine, in cui la cultura, pure culinaria, è a metà tra Piemonte e Liguria.

Farinata
Farinata

Il centro storico si articola soprattutto seguendo via Roma e via Girardengo: quest’ultima, però, non è intitolata al famoso campione del ciclismo italiano, Costante Girardengo (la cui vita sembra essersi, in qualche modo, incontrata con quella del temutissimo bandito Sante Pollastri, originario proprio di Novi e che per qualcuno fu quasi un “Robin Hood” della zona), bensì a Nicolò Girardengo, il primo tipografo a stampare un libro a Novi Ligure, nel lontano 1484.

Fra le due vie si trova piazza delle Piane, conosciuta da tutti come Collegiata, riferendosi alla chiesa che la corona. Si potrebbe dire che questo sia un po’ il salotto della città, dove i Novesi amano riunirsi, soprattutto nel tardo pomeriggio. Al centro si trova la fontana del Sale, che ci fa tornare indietro nel tempo ancora una volta, quando i Francesi – in epoca napoleonica – chiesero a Novi sale e tabacco. Era il 21 aprile del 1814, ma i cittadini decisero di non cedere a queste imposizioni. Il 25 aprile entrarono in città gli Inglesi, guidati da Lord Bentinck, confiscando sale e tabacco, con le proteste dei Novesi, che affermeranno di aver difeso i beni “dagli artigli dell’Aquila Francese”. Per questo furono premiati con una grossa somma di denaro, finendo per investirla nel rifacimento dell’acquedotto, ormai malconcio, e nella realizzazione di una fontana che ricordasse il loro impegno per proteggere un bene così prezioso come il sale.

Non lontana dal centro storico, invece, si trova Villa Minetta, costruita come propria dimora dall’uomo più ricco d’Italia della sua epoca, il conte Edilio Raggio (1840-1906). Non solo si tratta di un’imponente costruzione e dalle eleganti e lussureggianti decorazioni, ma possiede pure un parco di 6 ettari in cui le specie arboree sono innumerevoli, tra le quali anche le famose sequoie americane. Purtroppo, i trascorsi della villa – che ha una storia incredibile e fortemente legata a Novi – l’hanno portata al totale abbandono, preda dei saccheggi e dei vandali, e oggi è inagibile e non visitabile, mantenendo, però, un grande fascino nonostante le sue condizioni.

La storia e la bellezza di Novi Ligure sono da “toccare con mano”, per sentire i profumi che inondano le vie grazie a osterie e forni, ma anche per vedere la meraviglia delle facciate dei suoi palazzi, non sapendo bene se ci si trova in Monferrato o in Liguria. In fondo, è proprio questo il bello, poter vedere luoghi diversi e inaspettati, come può essere questa città.

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.

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