Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando.
Meritano davvero una riflessione queste parole “evergreen” attribuite ad Albert Einstein. Come può infatti una persona sopravvivere allo scorrere del tempo? Attraverso l’intensità del suo vissuto e l’importanza delle sue gesta? E un’azienda: come può lasciare il suo segno nel tempo? Domanda che rivolgiamo a un nome del territorio che di anni – in questo 2021 – ne compie ben 175: Mazzetti d’Altavilla.
Parliamo di distillazione e dunque entriamo in un mondo alchemico fatto di conoscenze antiche che ha viaggiato nel tempo e nello spazio per approdare anche in Monferrato. L’Ottocento è il secolo nel quale, nell’Italia Nord-Occidentale, questa tradizione diventa professione e compaiono i primi impianti per una produzione che supera il concetto di consumo di vicinato per diventare prodotto per i “consumer”, diremmo oggi. L’abbondanza di vinaccia sui colli monferrini, all’epoca caratterizzati da estese superfici vitate (quegli stessi pendii che oggi sono Patrimonio dell’Umanità), è lo stimolo raccolto da Filippo Mazzetti, pioniere in questa zona, per dare vita alla sua attività di distillazione.
Siamo nel 1846, l’unità d’Italia è ancora un miraggio e mancano ferrovie, acquedotti e impianti di illuminazione. Da quell’idea imprenditoriale di tempo ne è trascorso ma se il valore è dato da ciò che si è fatto, le varie generazioni successive della Famiglia Mazzetti devono averne perso davvero poco. In primis perché ad ogni fronda dell’albero genealogico (oggi siamo alla settima generazione) la pianta ha continuato a far crescere rami robusti sui quali poggiare i successivi. Nessuna interruzione, goccia dopo goccia, mano dopo mano, generazione dopo generazione.
E nel frattempo il mondo cambia, ma anche la grappa si evolve, arriva il distillato di singolo vitigno, arriva la conservazione della vinaccia in sottovuoto, arrivano confezioni che esaltano sempre più il gusto della meditazione. Da qui impariamo come un’innovazione di ieri possa diventare la tradizione di oggi e come il continuo rinnovamento di oggi possa mantenere e consolidare la tradizione di domani. È sempre tempo di ripartire dalle proprie radici… ma è anche sempre tempo di ripensare da zero.
Non è un caso che cinque anni fa, in occasione dei 170 anni di Mazzetti d’Altavilla, sia stata creata la Grappa “puntozero” che ben interpreta questo concept.
Non è un caso neppure che il processo produttivo si identifichi nella goccia di distillato finale che contiene tutto il patrimonio di territorio, conoscenza, lavoro e passione che ha preceduto quel risultato.
Nel video con il quale Mazzetti d’Altavilla da il benvenuto ai visitatori del sito, al valore immenso di una goccia si abbina l’impegno e la sapienza insostituibile delle mani che lavorano per creare ogni anno una nuova magia. Goccia dopo goccia, mano dopo mano, generazione dopo generazione, il tempo viene impiegato per dare continuità, alimentato dallo sprint creativo della freschezza di visioni, quell’energia che impedisce al motore di spegnersi.
Dopo le grappe di singolo vitigno da vinacce esclusivamente piemontesi arrivano gli invecchiamenti speciali in essenze lignee differenti, dopo le soluzioni di regalistica arrivano i kit per un’attenta e consapevole miscelazione con gin e amari. Ed ancora… dopo il consumo abbinato al caffè arriva l’accostamento al cioccolato e ai piatti della cucina territoriale. Verso quali nuove frontiere viaggerà la distillazione di Mazzetti d’Altavilla nei prossimi anni? Ad oggi difficile saperlo…ma se il tempo verrà impegnato “facendo”, come diceva Einstein, il viaggio continuerà, ricco di nuove emozioni.
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