Grignolino, vitigno e vino che, ancor più del Barbera, si identifica con il Monferrato.
In numerose occasioni di incontro come Comitato Casale Monferrato capitale della DOC abbiamo avuto modo di affermare che il vino Grignolino, nelle sue due tipologie DOC del “Monferrato Casalese” e “d’Asti”, proprio per le sue caratteristiche organolettiche decisamente non comuni, non ha bisogno di definizioni bislacche e strampalate che qualche giornalista del passato ha voluto affibbiargli rendendo ancora più difficile la sua comprensione a livello di consumo, ma ha invece necessità essere conosciuto e riconosciuto per i suoi effettivi pregi anche storico-commerciali, soprattutto in quanto “Nobile” e “Identitario”.
“Nobile” poiché già dalla seconda metà del 1200 nei contratti di affittanza dei terreni del Capitolo di Sant’Evasio, di rilevantissima valenza storica e sociale, emerge con chiarezza la lungimirante preoccupazione di quei saggi amministratori di beni agricoli di assicurare non un vino qualsiasi ma quello genuino e migliore inserendo l’obbligo di coltivare “buone piante barbesine”, certamente una delle varietà migliori del Grignolino (da cui l’iniziativa del 1985 di fondare un Consorzio ad hoc per produrre il vino “Barbesino”). Ed è “Nobile” anche dal punto di vista del mercato visto che, molto più recentemente (agli inizi del Novecento) nei migliori ristoranti di Torino, vedi il Cambio, il nostro Grignolino era valutato come o addirittura più del Barolo, dove quest’anno a fine ottobre si celebra la Capitale Italiana del vino.
“Identitario” poiché indubbiamente, come abbiamo detto ancor più del Barbera che ha una zona di produzione molto più ampia, il Grignolino si identifica con il Monferrato Casalese il quale a sua volta è parte integrante e importante di quel territorio che nella seconda metà dell’Ottocento veniva definito come “l’area più viticola di tutto il Regno Sabaudo”, più viticola perché costituita da terreni particolarmente adatti e fertili alla coltivazione della vite. E siccome Italia e Francia posseggono gli areali più importanti del mondo per quanto riguarda la coltivazione della vite soprattutto in riferimento alla qualità delle produzioni, per la proprietà transitiva possiamo affermare con “storica” certezza che il nostro Monferrato Casalese è una delle zone più fertili del mondo per la produzione di uva e vino e quindi che “il Grignolino rappresenta il vino più identitario all’interno di una delle zone più pregiate al mondo per la produzione viticola e vinicola”.
Sappiamo anche delle positive modifiche ottenute recentemente a livello di Disciplinare di Produzione della DOC “Grignolino del Monferrato Casalese” e dell’impegno del Consorzio Colline del Monferrato di concretizzare le sottozone di particolare pregio e le conseguenti Menzioni Aggiuntive, ovvero i nostri Cru, all’interno della zona di produzione del Grignolino, aspetto certamente significativo per una maggiore affermazione di questo nostro vino e della sua denominazione.
Come Comitato Casale Monferrato Capitale della DOC iniziamo a ricordare ai produttori e a tutti gli operatori pubblici e privati sul territorio che la DOC “Grignolino del Monferrato Casalese” così come quella “d’Asti” si sta avvicinando a compiere i suoi primi prestigiosi cinquant’anni, essendo stata approvata il 26 giugno del 1974 anche se la sua proposta fu presentata dal comune di Casale in collaborazione con gli altri comuni interessati già nel settembre del 1971.
Auspici finali a mio avviso importanti: ovvero che il nostro “Barbera del Monferrato” torni ai fasti di qualche tempo fa riacquistando al più presto, attraverso la rinascita di un apposito Consorzio di Tutela, la capacità di “gestire” la propria denominazione, facoltà purtroppo persa da troppi anni con conseguenze pessime per la sua commercializzazione ma anche assai negative per la valorizzazione di un territorio contraddistinto dal marchio Unesco! E che anche il Consorzio dello storico Barbesino possa riprendere vigore per collaborare attivamente alla valorizzazione vinicola e turistica del nostro Monferrato.