Prendi un sabato pomeriggio di giugno e parti alla volta di Altavilla Monferrato, dove risiede la seconda distilleria più antica d’Italia, 175 anni di Mazzetti d’Altavilla. Il gruppo è formato da quattro persone, due coppie affiatate e unite dall’amore per la buona cucina, per il buon vino e per la grappa di qualità. La giornata è bella, il cielo limpido, il caldo accettabile.
La strada che da Casale Monferrato (ben due uscite di autostrada facilmente raggiungibili da Milano, Torino, Vercelli, Alessandria, Genova…) porta verso Vignale e quindi Altavilla Monferrato è panoramica, dolce, un bel viaggiare tra colline amiche che di tanto in tanto presentano una torre, un castello, una bella chiesa, così come se nulla fosse. E già il viaggio mette buon umore e, lo confesso, un certo appetito. Arrivati a destinazione la prima cosa che colpisce della splendida sede di Mazzetti d’Altavilla è il parco secolare (la distilleria occupa gli edifici di un antico monastero) dove spicca “La Rotonda”, cappella votiva di famiglia dedicata a Maria Ausiliatrice.
Pochi minuti di visita per apprezzare l’originale croce in pietra collocata nel sottosuolo e via verso il ristorante. Il menù di giugno offre antipasto, due primi, un secondo e un dessert. Si può scegliere tra due proposte per ciascuna portata. La mia personale scelta ricade sul girello di fassona in salsa tonnata che trovo memorabile. Molto buoni entrambi i primi: ravioli del plin alle erbette e risotto asparagi, parmigiano e pancetta. Quindi una sorprendente e morbidissima anatra con patate novelle e per dessert concludo con un classico bunet che qui è arricchito di grappa 7.0 pesche caramellate e amaretto.
Colpisce positivamente anche il servizio affidato a giovanissimi professionisti che con educazione e simpatia non sbagliano un colpo. Il tempo di un caffè (l’ammazza caffè verrà con le degustazioni) e si parte per la visita guidata alle cantine, precedentemente prenotata. Il nostro Virgilio (bella ragazza dalla voce squillante) spiega con dovizia di particolari il complesso procedimento che dalle vinacce della vite porta alla grappa vera e propria. Il percorso tra nastri trasportatori e alambicchi trova il suo apice nella magica cantina dove centinaia di botti in legno (barrique) di diverse dimensioni ospitano le diverse tipologie di grappa. Le geometrie con cui sono disposte le botti impressionano a tal punto da indurre il nostro gruppetto di visitatori ad abbassare naturalmente la voce.
Dopo circa 45 minuti si arriva allo store e qui gli appassionati si commuovono di fronte alla ricchissima offerta di distillati a km 0, ma anche di gin, amari, vermouth, tutti a marchio Mazzetti. C’è pure un aceto balsamico prodotto nell’acetaia modenese di famiglia. Questo è il paradiso del regalo perché le confezioni che ospitano le bottiglie, più o meno prestigiose, sono davvero di ogni tipo: dalle classiche eleganti alle soluzioni di puro design. Ci sono vari prodotti a base di grappa (anche cioccolato) e ovviamente, al banco bar si degusta seguendo i consigli preziosi della nostra guida, che permette di comparare vari tipi di distillati e aiuta a capirne le sfumature. Resto affascinato da una grappa – si chiama Segni- che invecchia per anni in 6 diverse essenze lignee e me la porto a casa (regolarmente pagata, eh!).
Dal nostro arrivo sono trascorse circa 5 ore, la giornata è stata soddisfacente, “saziante”, originale e di semplice genuinità, come solo in Monferrato può capitare. Inutile sottolineare il mio personale consiglio a trascorrere questa tipica giornata di pura esperienza perché, se la mia soddisfazione non si è colta dal racconto, posso smettere di scrivere.
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